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Iso 30415: le metriche ufficiali su diversità e inclusione sul lavoro

Scritto da Nicola Balzaretti | Jul 27, 2022 9:37:13 AM
Secondo due rapporti annuali pubblicati consecutivamente nel 2018 e 2019 da McKinsey & Company, dimostrare l’inclusione delle diversità in impresa comporta un aumento degli stimoli culturali e un’espansione della cultura aziendale in genere, con un impatto positivo sulla redditività.
Oggi, un dipartimento HR che esplori questo tipo di azioni sonderà le dimensioni della diversità in termini di caratteristiche demografiche e personali della forza lavoro, con l’obiettivo di fortificare l’immagine del business, e allineare gli obiettivi propri dell’azienda alle caratteristiche legate al contesto socio-economico delle persone.

 

 

ISO: come funziona e perché conoscere le normative

 

L'ISO è un'organizzazione internazionale indipendente che sviluppa standard internazionali utili alle imprese.

Nella redazione delle norme ISO si trovano i requisiti che definiscono i sistemi di gestione e le procedure operative che le aziende devono rispettare, garantendo credibilità e autorità per l’immagine esterna, così come valori e sicurezza per i propri impiegati.

Sono concepite per tutti i tipi di organizzazioni, sia in organizzazioni pubbliche sia private indipendentemente da settore e dimensioni.

La norma ISO 30415 del 2021 è quella che riguarda la Diversity Inclusion (D&I), un tema di spicco per le figure HR in Italia e globalmente.

Non solo a livello etico, ma anche di possibilità di crescita, le pratiche di D&I sono infatti una priorità per imprese che vogliono:

 

  • Accedere a mercati culturalmente diversi

  • Dare possibilità lavorative a giovani e donne

  • Sopperire alla pressione sociale, di mercato e legale

Come spieghiamo nel nostro articolo Diversity Inclusion: nuove strategie di crescita nel panorama delle grandi aziende.

Inoltre, superare un audit o ottenere una certificazione ISO 30415 rappresenta un’assicurazione di rilievo per gli stakeholder in termini di impegno e sforzi presi dalle risorse umane, e riduce sensibilmente danni reputazionali derivanti da comportamenti discriminatori.

 

 

 

 

 

I punti chiave della norma ISO 30415

 

Nell’adozione delle pratiche di Diversity & Inclusion da parte dell’impresa, i responsabili HR dovranno assicurarsi di:

 

  • Riconoscere la diversità, valorizzando tutte le persone sia come individui, sia come gruppi, apprezzandone il modo di rapportarsi e riconoscendo che le caratteristiche demografiche e personali possono essere protette da leggi e regolamenti

  • Governare in modo efficace, promuovendo l'impegno del management nei confronti di diversità e inclusione attraverso l'uso di sistemi, politiche, processi e prassi inclusive

  • Agire in modo etico e socialmente responsabile, promuovendo un'occupazione produttiva e un lavoro dignitoso per tutti

  • Consentire e sviluppare un ambiente di lavoro accessibile e rispettoso che favorisca l'inclusione e il senso di appartenenza

  • Comunicare in modo inclusivo, rispondendo ai bisogni specifici delle persone che entrano nell’organizzazione, relazionandosi e comunicando anche con modalità differenti

  • Sostenere e diffondere la diversità e l’inclusione verso gli stakeholder oltre che verso i propri clienti

 

 

 

Diversity Inclusion: sfide e soluzioni per le aziende

 

Le norme ISO risultano particolarmente utili per ovviare ai freni che popolano la cultura manageriale quando si tratta di assumere figure appartenenti a categorie meno privilegiate o di minoranza.

Si riportano, nello specifico, problemi e possibili soluzioni nell’ambito di assunzione di migranti e di gruppi in minoranza di genere.

 

 

 

D&I per i migranti

 

La maggioranza dei dubbi in azienda a livello manageriale e di HR verso i lavoratori migranti riguardano soprattutto la mappatura delle loro competenze.

La Comunità Europea ha infatti elaborato questionario da somministrare ai dipendenti migranti di aziende di medie e grandi dimensioni, anche se manca una raccolta sistematica di tali dati e l’accesso ad essi risulta ancora precario. 

Dato che, inoltre, i dati non sono di uso pubblico, è difficile discernere fra le competenze effettive di questa classe lavorativa (se non basandosi sul loro titolo di studio).

 

Ecco perché è importante poter ovviare al problema tramite società terze che possano garantire la qualificazione delle persone in target.

 

Sono proprio le agenzie di intermediazione che si occupano della mappatura delle competenze a poter connettere i bisogni delle aziende con le abilità dei lavoratori e delle lavoratrici. In questo senso, il terzo settore gioca un ruolo decisivo nel supportare gli enti privati che possano, ad esempio, rilasciare un’offerta formativa e di collocamento.

 

 

 

D&I per le donne

 

Nel 2019 è stato compiuto un passo avanti nel legame tra discriminazione di genere e business, grazie all’emanazione di un’appendice ulteriore agli UN Guiding Principles on Human Rights and Business

Tali raccomandazioni invitano Paesi e settore privato ad adottare una gender lens nella prevenzione e nella risposta agli abusi contro i diritti umani causati dal business, tenendo in considerazione che donne e ragazze sono esposte ad un maggiore rischio di vulnerabilità e marginalizzazione.

Il settore privato, nello specifico, deve infatti tendere all’eliminazione dei bias cognitivi in tutte le fasi della vita aziendale delle lavoratrici, ispirandosi al principio di non discriminazione: dall’assunzione, alle opportunità di carriera, passando necessariamente per la pari remunerazione (si veda la legge italiana del 2021 adottata in tema di parità salariale).

 

 

 

 

 

 

La mediazione tra minoranze specializzate e grandi imprese

 

Sourcemate si focalizza sul dare opportunità a classi minoritarie per genere, etnia e opportunità socio-economiche, erogando formazione specifica nei settori STEM e IT e mettendo in comunicazione persone e aziende. 


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